Smart working: come cambia la progettazione degli impianti HVAC

Smart working: come cambia la progettazione degli impianti HVAC La diffusione dello smart working è stata sicuramente una delle grandi conseguenze della pandemia di Covid-19. Dal 2020 in poi, sono tantissimi coloro che hanno svolto la loro attività professionale prevalentemente da casa. Nel 2020, momento di picco pandemico, la percentuale di lavoratori da remoto è aumentata addirittura del 40% e ancora adesso questa pratica è largamente diffusa. Questo ha comportato diverse novità per quanto riguarda i consumi energetici delle abitazioni. La maggiore permanenza dei lavoratori in casa e l’utilizzo più intenso di impianti e dispositivi, impone pertanto di ripensare la natura e le funzionalità degli ambienti domestici, che devono essere adeguati alla loro nuova duplice natura di abitazione e ufficio. Abbiamo parlato di tutto questo insieme agli esperti di FCR Filtrazione Condizionamento Riscaldamento S.r.l.

Smart working: ripensare il comfort degli impianti domestici

Uno dei problemi dello smart working che non è scontato è che gli edifici residenziali siano adatti a essere utilizzati anche come ambienti di lavoro. La questione interessa soprattutto le abitazioni dei lavoratori appartenenti fasce di reddito più basse, ma più in generale riguarda tutte quelle soluzioni indoor non pensate per una permanenza così estesa rispetto al passato. Ad esempio, uno dei primi fattori a essere alterati dal più ampio ricorso allo smart working è la qualità dell’aria. Stare più tempo a casa comporta difatti una maggiore emissione di agenti inquinanti prodotti dai processi metabolici umani, quali CO2, bioeffluenti e altri elementi responsabili tra l’altro di cattivi odori. Aumenta anche la produzione di vapore acqueo, come conseguenza di un utilizzo più frequente della cucina, specialmente se non è installata una cappa di ventilazione efficiente. Nei periodi invernali invece, un incremento nell’utilizzo dei riscaldamenti può impattare sui consumi energetici generali e sulle emissioni di formaldeide. Ciò significa che il lavoratore da remoto, pur beneficiando del comfort della propria abitazione, finisce per essere mediamente più esposto a PM2.5, PM10 e altri composti organici dannosi. Queste rilevazioni statistiche rendono evidente la necessità di aggiornare la progettazione e la produzione degli impianti HVAC (heating, ventilation e air conditioning) tenendo bene a mente che un appartamento è ora contemporaneamente sia casa, che ufficio.

Normative di riferimento

Quello relativo agli impianti HVAC è solo uno degli aspetti indice della distinzione meno netta rispetto al passato tra ambienti residenziali e uffici. In altre parole, da un punto di vista delle condizioni ambientali, dal momento che si lavora in casa, bisogna almeno in parte concepire gli appartamenti integrando alcune caratteristiche tipiche degli edifici del terziario. È pertanto lecito attendersi un aggiornamento della normativa di riferimento, come ad esempio la norma UNI EN 16789-1 o la ASHRAE Standard 62.2, per valutare la necessità di rimodulare i valori della portata di ventilazione. Lo stesso può dirsi per quanto riguarda i consumi energetici, dal momento che a causa dello smart working si sono registrati aumenti del 32% nel settore residenziale, con addirittura picchi di oltre il 53%. Per quanto tali valori non siano esclusivamente correlati al funzionamento specifico degli impianti HVAC, essi sono segno di nuove abitudini registrate durante i giorni di lavoro da casa. Queste considerazioni conducono alla necessità di riconsiderare la domanda complessiva di elettricità sulla rete, dando priorità agli edifici residenziali rispetto agli uffici. Nel farlo tuttavia, bisogna sempre considerare gli obiettivi previsti per quanto riguarda la decarbonizzazione del patrimonio edilizio e il raggiungimento di nuovi standard di efficienza energetica. Infine, la necessità di rivedere la progettistica degli impianti HVAC e della normativa di riferimento è il rovescio della medaglia di un discorso più ampio relativo alla vivibilità degli uffici. Anche se la pandemia ha cambiato le abitudini di molti professionisti, rimane prioritario progettare luoghi di lavoro che siano funzionali e confortevoli. In questo modo è possibile favorire una netta separazione tra ambienti domestici e professionali, valorizzando al contempo le ore passate in ufficio. Leggi anche l’articolo: Come strutturare i discorsi elettorali: guida completa per ottenere il massimo impatto